Vorrei partire da una frase di PAPA FRANCESCO del giorno di
San Valentino 2014 rivolta a tutti i fidanzati d’Italia: "Non fatevi prendere dalla cultura del
provvisorio. L'amore solido non può essere solo uno stato psicofisico".
Queste parole colmano probabilmente la paura di tanti anni di fidanzamento e a
volte la paura del desiderio di fuggire dai problemi saltando ed incontrando un
altro “stato psicofisico” che ci fa sentire liberi, ma allo stesso tempo vuoti
e soli. Queste parole pronunciate dal PAPA, in realtà danno una chiave di
lettura e di ri-assestamento alla vera RELAZIONE tra due persone, fondata sulla
condivisione e sulla tolleranza ad accogliere il mondo dell'altro. Nella vita di coppia, il passaggio dall'innamoramento
all'amore è in realtà
una trasformazione evolutiva inevitabile e indispensabile. Se all'innamoramento
iniziale non segue l'amore, allora si può dire certamente che si è trattato
solo d'infatuazione, ad esempio, uno stato psicofisico che si basa su fantasia,
emozioni, fantasticheria e che provoca una sorta di turbamento sensoriale
generale. L'innamoramento è un movimento istintivo, vago,
incontrollato, dato dalle pulsioni, dall'intuizione, dall'attrazione. È un
momento in cui si è portati a sognare e idealizzare il partner, una presenza
che sembra soddisfare e rispondere ad ogni nostra esigenza. Molte ricerche
danno ormai per assodato che nel periodo dell’innamoramento vi è una produzione massiccia di endorfine, che fa provare un senso di benessere (le famose “farfalle nello stomaco”) in cui, come
per magia, vediamo solo gli aspetti positivi dell'altro. L’attrazione fra
i sessi è un meccanismo molto autorevole, capace di stabilire un legame anche
fra persone che si conoscono da pochi minuti. Quando ci si sente lontani
dall’oggetto del proprio desiderio, si diventa incapaci di mangiare, di
dormire, di concentrarsi su qualsiasi cosa. L’innamoramento è la gioia dei
propri sentimenti e il tempo del fidanzamento è un tempo produttivo, in cui i
desideri non devono rimanere soltanto tali, ma devono diventare radici ben
salde della relazione.Bisogna che ognuno si doni all’altro.
Dobbiamo saper donare anche la nostra diversità e saperci aprire al confronto, perché la diversità contiene in sé sia la delizia sia la croce, poiché può capitare che l’altro non è come come ci si aspetta.
La coppia cresce e matura se impara ad integrare ed ad amare la diversità reciproca. La diversità è ricchezza se rimane tale.
Nel passaggio successivo dall'innamoramento all'amore, invece, si torna di nuovo a essere due individui distinti: anche l'altro appare diverso dall'illusione iniziale e si sente il bisogno di rispettare i propri spazi e tempi, in precedenza trascurati per stare accanto al partner.
È ovvio quindi che, con lo sfumare dell'innamoramento, la coppia si trova davanti a un dubbio: amarsi veramente, con una certa progettualità, o lasciarsi.
Il passaggio da uno stato psicofisico ad una relazione stabile è possibile se si è capaci di abbandonare l'idea magica dell'amore perfetto e predisporsi alla flessibilità, al cambiamento, alle novità e alle discussioni per preservare la coppia, rispettando l'altro.
Il 41% circa delle coppie innamorate non sopravvive poi a questo passaggio, e si lascia nel giro di pochi mesi.
L’amore è la responsabilità per il bene dell’altro e non solo dei propri sentimenti in cui insieme ci si aiuta verso la metà comune. Freud riteneva che la capacità di formare rapporti significativi con il sesso opposto fosse il risultato di una buona educazione ricevuta da parte dei genitori. Al contrario, l’impossibilità di stringere rapporti rilevanti era la conseguenza di relazioni disfunzionali tra le ragazze e i loro padri, o dei ragazzi con le loro madri. Anche il Padre della Psicoanalisi, riteneva che, seppure un certo grado di narcisismo fosse utile in tutti gli esseri umani, fosse importante però, ad un certo momento della vita, saper liberare questo amore per sé stessi, donandolo ad un’altra persona, per non sviluppare un narcisismo incontrollato, che avrebbe portato alla follia. La coppia è un organismo multiforme dotato di una propria dinamica e di un proprio equilibrio affettivo che inevitabilmente oltrepassa l’individualità. La coppia attraversa vari momenti e necessita di una trasformazione nelle varie fasi della sua evoluzione, altrimenti andrebbe in stallo: la coppia, definita come tale, è qualcosa che va avanti nel tempo. L’evoluzione è saper rispondere in modo adeguato alle richieste esterne e interne alla persona, ed è possibile maggiormente quando nella coppia esistono due individui che hanno la capacità di distinguersi uno dall’altro.
La passione riguarda gli impulsi che sottendono e portano all’attrazione fisica, al rapporto sessuale e fenomeni correlati, ma anche al desiderio di appartenenza, dominio, sottomissione e autorealizzazione. La passione alimenta l’attrazione, tende ad intrecciarsi con l’intimità, ma ha un sviluppo molto più rapido di questa.
L’impegno fa riferimento alla volontà di amare qualcuno e di stabilire una relazione duratura nel tempo. L’amore si trasforma e diventa affetto, protezione, accadimento. Tali componenti hanno un ruolo importante nei momenti di crisi o di stallo, in cui la passione e l’intimità scemano a causa di problemi nella relazione, ma la relazione continua proprio in funzione della decisione e dell’impegno preso.
Bibliografia
Bowlby J., (1982), Costruzione e rottura dei legami
affettivi, Raffaello Cortina Editore, Milano
Maloni V., “Patologia della coppia. Relazioni e Dintorni”,
Edizioni Psiconline, Francavilla al Mare, 2013.
Marazziti D., (2004), La natura dell’amore – conoscere i
sentimenti per viverli meglio, Bur, Milano
Virginia
Maloni, Psicoterapeuta
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