giovedì 9 gennaio 2014

LUDOPATIA: QUANDO IL GIOCO DIVENTA UN BLUFF

ARTICOLO DICEMBRE-GENNAIO VAL VIBRATA LIFE

Il gioco da sempre svolge una funzione evolutiva importante generando creatività e svago. Occorre però valutare bene i rischi non visibili, i costi concernenti, la gestione dei rischi e delle conseguenze deleterie esistenti che si possono riscontrare. In seguito ad un’analisi specifica del rischio cui sono esposti i cittadini del nostro territorio, emerge un numero elevato di sale gioco e gioco online che va di pari passo con lo sviluppo delle “Ludopatie contemporanee”: gambling (gioco d’azzardo), giochi a distanza, lotterie istantanee, scommesse e slot-machine. La ludopatia è un Disturbo del comportamento, “una dipendenza comportamentale[1]”. Gli studi scientifici dimostrano, come rispetto alle classiche dipendenze da sostanza, le ludopatie conoscono oggi una maggiore pervasività, trasversalità sociale e generazionale, dovuta sia alle caratteristiche situazionali dell’ambiente di gioco (accessibilità, anonimato, velocità) sia alla natura stessa e alla modalità dei giochi contemporanei (frequenza, possibilità di ri-giocata rapida, modalità di pagamento). La Ludopatia diventa un automatismo, dove non c’è spazio per la creatività ma l’incontro con il disorientamento soggettivo e la congiuntura della crisi economica. Il giocatore patologico mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d'azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nell'apparente tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche (facendosi prestare i soldi) e trascurando gli impegni che la vita gli richiede. Nell’era "multimediale" la figura del giocatore d’azzardo subisce una "evoluzione": prima era facilmente individuabile, “segregato” nei luoghi a lui deputati, ora chiunque sia in possesso di un computer collegato a internet e di una carta di credito può diventare un giocatore compulsivo. La ludopatia può portare a rovesci finanziari, alla compromissione dei rapporti e al divorzio, alla perdita del lavoro, allo sviluppo di dipendenza da droghe o da alcol fino al suicidio. Tra i maschi in genere il disturbo inizia negli anni dell’adolescenza, mentre nelle donne inizia all’età di 20-40 anni. In Italia la cura del gioco d'azzardo patologico è piuttosto recente. In alcune regioni i SerT (Servizi per le dipendenze patologiche delle ASL) hanno istituito specifiche équipe (composte da medici, psicologi, assistenti sociali, educatori, infermieri) che si occupano di diagnosi e cura del gioco patologico. Esistono inoltre associazioni che si occupano di auto mutuo aiuto, ma gli interventi legislativi in merito sono ancora insufficienti a contenere la proporzione esorbitante che tale problema sta mostrando e ad attuare buone prassi con confini ben stabiliti che siano chiari ed accessibili da tutti. Secondo i dati del Dipartimento Politico delle Dipendenze da droga della Presidenza del Consiglio, la percentuale di persone tra i 15 e i 64 anni che ha puntato soldi almeno una volta su uno dei tanti giochi presenti sul mercato (Lotto, Supernenalotto, Gratta e vinci, scommesse sportive, poker online) ha subito un aumento significativo, una diffusione capillare delle slot-machine: nel 2011 rispetto al 2008 i giocatori patologici sono passati dall’1 al 7%, mentre i giocatori problematici (fase intermedia) sono passati dal 5 al 18%.  In questo periodo c’è una proposta di legge che, tra le varie clausole, prevede che l’1% delle giocate sia da destinare alla prevenzione e alla formazione e anche che ci sia un controllo dell’età del giocatore. I dati emersi mostrano come la Ludopatia interessi la salute pubblica, richiedendo una prassi consolidata e costante che preveda un buon lavoro di rete tra le istituzioni sia a livello educativo, sia di prevenzione e cura.

Bibliografia

American Psychiatric Association. DSM-IV-TR. Manuale diagnostico e statistico dei Disturbi Mentali, 4th edizione, text revision, a cura di Andreoli V, Cassano GB, Rossi R, Masson, Milano 2001.

Lavanco G., Psicologia del Gioco d’azzardo. Prospettive psicodinamiche e sociali, McGraw-Hill, Milano 2001.



[1]Il gioco d'azzardo patologico o ludopatia è un disturbo del comportamento che, stando alla classificazione del DSM-IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, IV edizione), rientra nella categoria diagnostica dei Disturbi del controllo degli impulsi. Ha una forte attinenza con la tossicodipendenza, tanto che nel DSM 5 verrà inquadrato nella categoria delle cosiddette "dipendenze comportamentali".

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