lunedì 3 novembre 2014


"Quelli che il Muretto è un foglio A3"

Articolo Virginia Maloni, 
Val Vibrata Life Ottobre 2014.

Quando si parla di ”Arte di strada ci si riferisce a tutte quelle forme di comunicazione artistica che si rendono note nei luoghi pubblici, il più delle volte illecitamente, attraverso vari strumenti e tecniche: adesivi murali, lattine spray, maschere normografiche, proiezioni video, sculture ecc.
Ogni artista di strada ha le proprie motivazioni personali, che possono essere molto varie. Alcuni la eseguono come forma di ribellione, di disapprovazione o; altri lo fanno unicamente per esprimere se stessi ed esporre il proprio modo di vivere nella città e nel proprio territorio ed essere cosi riconosciuti da un vasto numero di persone.
Ma da dove proviene tale pratica?
Le sue origini sono spesso legate al degrado urbano ed alla scelta di utilizzare grandi spazi vuoti da parte di molti artisti.
Il graffitismo sboccia negli Stati Uniti alla fine degli anni 60, per poi espandersi nei quartieri più degradati di New York e arrivare in Europa negli anni 70 diventando espressione di un mondo giovanile all’insegna del tribalismo moderno, della ritualità legata a stili di vita specifici e ai movimenti giovanili, ma dagli anni 90 assume diverse declinazioni, diventando sempre più un fenomeno di contestazione politica.
Questo fenomeno segnala oggi un desiderio di identità? E’ una riflessione rispetto all’enorme sviluppo che tale manifestazione sta avendo in questo periodo storico, in cui spesso non riusciamo a definirci in un’identità ben circoscritta e soprattutto i giovani la vedono sempre più sfumata, con un bisogno importante di ri-marcarla. Infatti, gli obiettivi dei cosi chiamati writers sono di raggiungere una certa considerazione non solo all’interno del proprio ambiente ma far conoscere le proprie opere e la loro firma (tag) a chiunque. Tra gli artisti di strada vigono anche delle regole, infatti, è fondamentale il rispetto e il non sovrastare il lavoro di un altro writer. Infatti, quando ciò avviene, possono esserci degli scontri tra di loro. L’arte su strada è soprattutto espressione di se stessi, della propria interiorità. Un’interiorità che non sempre corrisponde ad intenzioni armoniose per cui ci sono delle differenze in ciò che si vuole esprimere, poiché c’è chi lo fa per sfregio e quindi come atto di vandalismo e chi invece lo fa con il proposito di migliorare un paesaggio che si ama e che non si vuole vedere degradato, inserendo dei colori, anche se questo poi provoca effettivamente invasioni di edifici pubblici e privati.
Il soggetto, le cui intenzioni sono poco armoniose, agisce in maniera impulsiva ed è dipendente, in altre parole pur sapendo il rischio a cui va incontro macchiando i beni della comunità, non può astenersi dall’agire. Le cause che portano tali soggetti ad intraprendere questo tipo di comportamenti sono da ricercarsi nella solitudine, noia, senso di vuoto. I dati evidenziano la presenza in tali giovani di uno spiccato tratto eccitatorio-compulsivo e modalita' legate al bisogno urgente di gratificazione immediata in opposizione al senso di vuoto, di noia, alla solitudine, alla mancanza di riferimenti interiori.
Alcuni esempi di sculture sui muri, le cui intenzioni di chi le ha generate ha migliorato l’ambiente e la sua percezione, sono invece quei graffiti che hanno riqualificato aree degradate come il quartiere Isola di Milano, dove un intero tunnel ospita favolosi esempi di Street Art e Street Poetry.
Secondo una visione psicoanalitica, nell’azione creativa dell’artista è coinvolta tutta la sua personalità, in un processo in cui campo cognitivo e campo affettivo si fondono dando vita ad una unicità di linguaggio personale che diventa sociale e condiviso da molti a vari livelli.
Secondo molti i writers imbrattano e non creano niente di positivo, ma in alcune città, come Torino, esiste la possibilità di iscriversi ad un progetto molto particolare, ossia avere a disposizione un muro assegnato dove dare sfogo e libertà alla propria portata artistica, a patto che si rispetti la correttezza e non si disegnino soggetti volgari o si facciano scritte offensive.
Come ogni forma d’arte credo che la vera essenza delle Street Art, debba essere lontana da atti vandalici o dall’intenzione di sporcare edifici pubblici a scopo denigratorio, quanto invece di abbellire zone rendendole colorate ed originali soprattutto se questo parte da una richiesta di un progetto o di proprietari privati o pubblici.
La cultura delle Street Art non riguarda sporcare in giro le pareti ma colorare artisticamente e dare simbolismo comunicativo a strutture che altrimenti rappresenterebbero un degrado sociale e che invece acquistano un significato particolare.


Bibliografia

BORGNA E., Come se finisse il mondo. Boringhieri. Torino, 1995.

ECO U., I limiti dell'interpretazione. Bompiani, Milano, 1990.

FORNARI B., FORNARI F. Psicoanalisi e ricerca letteraria, Principato, Milano 1997



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