Articolo Virginia Maloni
Rivista Magazine Iboo
Ottobre-Novembre 2014
"Il linguaggio del corpo fino a che punto ci aiuta"?
Il linguaggio del corpo appartiene alla comunicazione non verbale o
para-verbale,in cui, movimenti, postura, posizione corporea, gestualità, ci
dicono qulche cosa di più sulla persona ed il suo modo di essere,
rappresentando una cornice interpretativa e contestuale importante della
interazione sociale. Osservando le persone nella loro interezza verbale e
para-verbale, comprendiamo maggiormente le loro intenzioni ed i pensieri che le
accompagnano. Infatti la gestalità e l'espressione del viso hanno un'influenza
importantissima nell'inizio di una relazione tra due persone e nel mantenere
una certa complicità anche anche quando il rapporto attraversa momenti di
stanchezza. Anche quando la persona cerca di mantenere il controllo delle
proprie emozioni o intenzioni, è difficile che il corpo menta, poichè i gesti e
il tono della voce non si possono manipolare. Per cui, poca sensibilità o profondità d'animo, si
leggono palesemente sul viso di molte persone. Ovviamente non possiamo fare
inferenze pregiudiziali, ma sicuramente
il linguaggio non verbale ci aiuta molto a valutare meglio una relazione
con una persona o un'intenzione poco chiara del nostro interlocutore, che sia
un amico o un collega di lavoro. Questo aspetto spiegherebbe tante persone che
hanno successo pur non essendo bellissime o persone che riescono ad avere un
forte impatto nella politica o che, partendo dalla stessa preparazione o
competenza, superano positivamente colloqui di
lavoro o, ancora, genitori che
riescono a farsi obbedire dai figli con un solo sguardo. In Psicologia clinica
e forense, è molto importante il linguaggio del corpo, infatti, ad esempio, per
comprendere se un potenziale criminale sta mentendo o meno, in tutto il mondo
si usa la famosa “macchina della verità”, basata sulla conduttività elettrica
della pelle la quale si altera a seconda dell’emozione di quella circostanza.
La prima forma di linguaggio studiata è stata quella della mimica facciale, la
cui pubblicazione più importante risale al 1872 con"The expression of the
emotions in Man and Animals" di Charles Darwin. Dopo di lui, uno degli
studiosi che ha sistematizzato alcune particolarità del linguaggio non verbale
è stato Paul Ekman, che ha dimostrato
che alcune emozioni come la felicità, la tristezza, la rabbia, sono condivise
in modo universale, a prescindere dalla cultura di appartenenza. Secondo Ekman,
ci sono alcuni indicatori per capire le emozioni del volto e captarne la
sincerità espressiva:
1. Asimmetria
(nelle espressioni facciali sono coinvolte asimmetricamente le due metà
del volto, poichè su una metà l'espressione è maggiormente intensa che
nell'altra);
2. Tempo
(le espressioni sincere durano pochi attimi, per cui, se vi è un'espressione
"tirata", che dura più di un secondo, si tratta probabilmente di una
finta emozione, eseguita volontariamente);
3. Collocazione
(nell'interazione linguistica, la mimica accompagna le parole, per cui
se viene posticipata o anticipata, probabilmente non rispecchia la reale
espressione verbale.Per esempio: se un soggetto è arrabbiato e accompagna
l'espressione di rabbia in concomitanza alle parole vuol dire che il soggetto è
veramente inquietato; se i gesti di rabbia, invece, vengono dopo le parole si
denota che probabilmente il soggetto in questione non è così adirato come
vorrebbe far credere). Dunque alcuni gesti sono universalmente riconosciti, ma
alcuni cambiano invece il loro simbolismo e si evolvono: per esempio, il gesto
dell'"OK", sta a significare "tutto bene" in tutti i paesi
di lingua inglese, in Europa e in Asia, ma ci sono alcune zone come il Giappone
dove tale segno vuol dire "soldi". Ogni gesto assume un significato
differente a seconda dell'uso che se ne fa, per cui, va tenuto presente
soprattutto il contesto e la cultura in cui si esplica. Lo sfregare le mani, ad
esempio, può avere un doppio significato. Se avviene in una gelida giornata
significa che quella persona ha freddo; fatto, invece, da una persona mentre
esprime un desiderio piacevole, esprime gioia e benessere contestuale. Infine,
è importante interpretare il linguaggio corporeo a seconda dell'età della
persona che abbiamo di fronte: il gesto fatto da un bambino che dice una bugia,
tendendo a coprire la bocca con le mani è differente dall'adulto che nel fare
la stessa cosa si sfiora il naso. Ognuno di noi, inoltre, tende, in base alle
proprie esperienze conscie ed inconsce, ad associare ai gesti intenzioni che
vengono percepite positivamente o negativamente, o vengono giudicate per
esempio come sinonimo di sensualità: nello specifico, per esempio, le scarpe e
i piedi di una donna sono spesso oggetto di attenzioni maschili. In
particolare, alcuni associano il gesto di togliersi le scarpe al primo gesto
che si fa per spogliarsi. Quindi, quando abbiamo di fronte una persona,
ascoltiamola di più, guardiamola di più e vederemo che la nostra attenzione ci
rivelerà non solo piccoli particolari, ma ci renderà più consapevoli delle
interazioni a cui apparteniamo. Per gli uomini potrebbe risultare più
dispendioso mi rendo conto, ma che ci volete fare le donne si sa, sono
complicate.
P. Ekman, I volti della Menzogna, Giunti-Barbera 1989
D. Cohen, Capire il linguaggio del corpo, Roma 2002
R. Canestrari, Psicologia generale e dello sviluppo volume primo, Clueb
Bologna 1988

Nessun commento:
Posta un commento