lunedì 3 novembre 2014
Cari amici e colleghi, vi invito ad una nuova Presentazione del libro "Patologia della Coppia", che avverrà il 26 novembre ore 18.00 presso la Libreria Feltrinelli di Pescara in via Milano (Ang. via Trento).
Sarà presente l'autrice Virginia Maloni, il relatore Dott. Massimiliano Mascitelli e l'editore Edizioni Psiconline
Articolo Virginia Maloni
Rivista Magazine Iboo
Ottobre-Novembre 2014
"Il linguaggio del corpo fino a che punto ci aiuta"?
Il linguaggio del corpo appartiene alla comunicazione non verbale o
para-verbale,in cui, movimenti, postura, posizione corporea, gestualità, ci
dicono qulche cosa di più sulla persona ed il suo modo di essere,
rappresentando una cornice interpretativa e contestuale importante della
interazione sociale. Osservando le persone nella loro interezza verbale e
para-verbale, comprendiamo maggiormente le loro intenzioni ed i pensieri che le
accompagnano. Infatti la gestalità e l'espressione del viso hanno un'influenza
importantissima nell'inizio di una relazione tra due persone e nel mantenere
una certa complicità anche anche quando il rapporto attraversa momenti di
stanchezza. Anche quando la persona cerca di mantenere il controllo delle
proprie emozioni o intenzioni, è difficile che il corpo menta, poichè i gesti e
il tono della voce non si possono manipolare. Per cui, poca sensibilità o profondità d'animo, si
leggono palesemente sul viso di molte persone. Ovviamente non possiamo fare
inferenze pregiudiziali, ma sicuramente
il linguaggio non verbale ci aiuta molto a valutare meglio una relazione
con una persona o un'intenzione poco chiara del nostro interlocutore, che sia
un amico o un collega di lavoro. Questo aspetto spiegherebbe tante persone che
hanno successo pur non essendo bellissime o persone che riescono ad avere un
forte impatto nella politica o che, partendo dalla stessa preparazione o
competenza, superano positivamente colloqui di
lavoro o, ancora, genitori che
riescono a farsi obbedire dai figli con un solo sguardo. In Psicologia clinica
e forense, è molto importante il linguaggio del corpo, infatti, ad esempio, per
comprendere se un potenziale criminale sta mentendo o meno, in tutto il mondo
si usa la famosa “macchina della verità”, basata sulla conduttività elettrica
della pelle la quale si altera a seconda dell’emozione di quella circostanza.
La prima forma di linguaggio studiata è stata quella della mimica facciale, la
cui pubblicazione più importante risale al 1872 con"The expression of the
emotions in Man and Animals" di Charles Darwin. Dopo di lui, uno degli
studiosi che ha sistematizzato alcune particolarità del linguaggio non verbale
è stato Paul Ekman, che ha dimostrato
che alcune emozioni come la felicità, la tristezza, la rabbia, sono condivise
in modo universale, a prescindere dalla cultura di appartenenza. Secondo Ekman,
ci sono alcuni indicatori per capire le emozioni del volto e captarne la
sincerità espressiva:
1. Asimmetria
(nelle espressioni facciali sono coinvolte asimmetricamente le due metà
del volto, poichè su una metà l'espressione è maggiormente intensa che
nell'altra);
2. Tempo
(le espressioni sincere durano pochi attimi, per cui, se vi è un'espressione
"tirata", che dura più di un secondo, si tratta probabilmente di una
finta emozione, eseguita volontariamente);
3. Collocazione
(nell'interazione linguistica, la mimica accompagna le parole, per cui
se viene posticipata o anticipata, probabilmente non rispecchia la reale
espressione verbale.Per esempio: se un soggetto è arrabbiato e accompagna
l'espressione di rabbia in concomitanza alle parole vuol dire che il soggetto è
veramente inquietato; se i gesti di rabbia, invece, vengono dopo le parole si
denota che probabilmente il soggetto in questione non è così adirato come
vorrebbe far credere). Dunque alcuni gesti sono universalmente riconosciti, ma
alcuni cambiano invece il loro simbolismo e si evolvono: per esempio, il gesto
dell'"OK", sta a significare "tutto bene" in tutti i paesi
di lingua inglese, in Europa e in Asia, ma ci sono alcune zone come il Giappone
dove tale segno vuol dire "soldi". Ogni gesto assume un significato
differente a seconda dell'uso che se ne fa, per cui, va tenuto presente
soprattutto il contesto e la cultura in cui si esplica. Lo sfregare le mani, ad
esempio, può avere un doppio significato. Se avviene in una gelida giornata
significa che quella persona ha freddo; fatto, invece, da una persona mentre
esprime un desiderio piacevole, esprime gioia e benessere contestuale. Infine,
è importante interpretare il linguaggio corporeo a seconda dell'età della
persona che abbiamo di fronte: il gesto fatto da un bambino che dice una bugia,
tendendo a coprire la bocca con le mani è differente dall'adulto che nel fare
la stessa cosa si sfiora il naso. Ognuno di noi, inoltre, tende, in base alle
proprie esperienze conscie ed inconsce, ad associare ai gesti intenzioni che
vengono percepite positivamente o negativamente, o vengono giudicate per
esempio come sinonimo di sensualità: nello specifico, per esempio, le scarpe e
i piedi di una donna sono spesso oggetto di attenzioni maschili. In
particolare, alcuni associano il gesto di togliersi le scarpe al primo gesto
che si fa per spogliarsi. Quindi, quando abbiamo di fronte una persona,
ascoltiamola di più, guardiamola di più e vederemo che la nostra attenzione ci
rivelerà non solo piccoli particolari, ma ci renderà più consapevoli delle
interazioni a cui apparteniamo. Per gli uomini potrebbe risultare più
dispendioso mi rendo conto, ma che ci volete fare le donne si sa, sono
complicate.
P. Ekman, I volti della Menzogna, Giunti-Barbera 1989
D. Cohen, Capire il linguaggio del corpo, Roma 2002
R. Canestrari, Psicologia generale e dello sviluppo volume primo, Clueb
Bologna 1988
"Quelli che il Muretto è un foglio A3"
Articolo Virginia Maloni,
Val Vibrata Life Ottobre 2014.
Quando si parla di ”Arte di strada” ci si riferisce a tutte quelle forme
di comunicazione artistica che si rendono note nei luoghi pubblici, il più
delle volte illecitamente, attraverso vari strumenti e tecniche: adesivi
murali, lattine spray, maschere normografiche, proiezioni video,
sculture ecc.
Ogni artista di strada ha le
proprie motivazioni personali, che possono essere molto varie. Alcuni la eseguono
come forma di ribellione, di disapprovazione o; altri lo fanno unicamente per
esprimere se stessi ed esporre il proprio modo di vivere nella città e nel
proprio territorio ed essere cosi riconosciuti da un vasto numero di persone.
Ma da dove proviene tale
pratica?
Le sue origini sono
spesso legate al degrado urbano ed alla scelta di utilizzare grandi spazi vuoti
da parte di molti artisti.
Il
graffitismo sboccia negli Stati Uniti alla fine degli anni 60, per poi espandersi
nei quartieri più degradati di New York e arrivare in Europa negli anni 70
diventando espressione di un mondo giovanile all’insegna del tribalismo
moderno, della ritualità legata a stili di vita specifici e ai movimenti
giovanili, ma dagli anni 90 assume diverse declinazioni, diventando sempre più
un fenomeno di contestazione politica.
Questo
fenomeno segnala oggi un desiderio di identità? E’ una riflessione rispetto
all’enorme sviluppo che tale manifestazione sta avendo in questo periodo
storico, in cui spesso non riusciamo a definirci in un’identità ben circoscritta
e soprattutto i giovani la vedono sempre più sfumata, con un bisogno importante
di ri-marcarla. Infatti, gli obiettivi dei cosi chiamati writers sono di
raggiungere una certa considerazione non solo all’interno del proprio ambiente
ma far conoscere le proprie opere e la loro firma (tag) a chiunque. Tra gli artisti di strada vigono anche delle
regole, infatti, è fondamentale il rispetto e il non sovrastare il lavoro di un
altro writer. Infatti, quando ciò avviene, possono esserci degli scontri tra di
loro. L’arte
su strada è soprattutto espressione di se stessi, della
propria interiorità. Un’interiorità che non sempre corrisponde ad intenzioni
armoniose per cui ci sono delle differenze in ciò che si vuole esprimere, poiché
c’è chi lo fa per sfregio e quindi come atto di vandalismo e chi invece lo fa
con il proposito di migliorare un paesaggio che si ama e che non si vuole
vedere degradato, inserendo dei colori, anche se questo poi provoca
effettivamente invasioni di edifici pubblici e privati.
Il soggetto, le cui intenzioni sono poco armoniose, agisce
in maniera impulsiva ed è dipendente, in altre parole pur sapendo il rischio a
cui va incontro macchiando i beni della comunità, non può astenersi dall’agire.
Le cause che portano tali soggetti ad intraprendere questo tipo di
comportamenti sono da ricercarsi nella solitudine, noia, senso di vuoto. I dati evidenziano la presenza in tali giovani di uno
spiccato tratto eccitatorio-compulsivo e modalita' legate al bisogno urgente di
gratificazione immediata in opposizione al senso di vuoto, di noia, alla
solitudine, alla mancanza di riferimenti interiori.
Alcuni
esempi di sculture sui muri, le cui intenzioni di chi le ha generate ha
migliorato l’ambiente e la sua percezione, sono invece quei graffiti che hanno
riqualificato aree degradate come il quartiere Isola di Milano, dove un intero tunnel
ospita favolosi esempi di Street Art e Street
Poetry.
Secondo una
visione psicoanalitica, nell’azione creativa dell’artista è coinvolta tutta la
sua personalità, in un processo in cui campo cognitivo e campo affettivo si
fondono dando vita ad una unicità di linguaggio personale che diventa sociale e
condiviso da molti a vari livelli.
Secondo molti i writers imbrattano e non
creano niente di positivo, ma in alcune città, come Torino, esiste la
possibilità di iscriversi ad un progetto molto particolare, ossia avere a
disposizione un muro assegnato dove dare sfogo e libertà alla propria portata
artistica, a patto che si rispetti la correttezza e non si disegnino soggetti
volgari o si facciano scritte offensive.
Come ogni forma d’arte credo che la vera
essenza delle Street Art, debba essere lontana da atti vandalici o
dall’intenzione di sporcare edifici pubblici a scopo denigratorio, quanto invece
di abbellire zone rendendole colorate ed originali soprattutto se questo parte
da una richiesta di un progetto o di proprietari privati o pubblici.
La cultura delle Street Art non riguarda
sporcare in giro le pareti ma colorare artisticamente e dare simbolismo
comunicativo a strutture che altrimenti rappresenterebbero un degrado sociale e
che invece acquistano un significato particolare.
Bibliografia
BORGNA E., Come
se finisse il mondo. Boringhieri. Torino, 1995.
ECO U., I limiti
dell'interpretazione. Bompiani, Milano, 1990.
FORNARI B.,
FORNARI F. Psicoanalisi e ricerca letteraria, Principato, Milano 1997
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