giovedì 17 aprile 2014


Su Val Vibrata Life, edizione Aprile, articolo mio e di Roberto Di Nicola, sul fenomeno del "Selfie-Hot" in Rete. Buona Lettura.
Siamo in pieno risveglio primaverile e, finalmente, con le ore di luce che aumentano, si passa più tempo all’aria aperta con un notevole abbassamento del nostro livello di stress quotidiano.
Ma…. soprattutto si attivano i nostri organi di senso, si alzano i valori degli ormoni che regolano l’umore e la sessualità e aumenta l’attrazione tra uomo e donna. La sessualità, quale evento psicosomatico, ha risentito, nel corso degli anni, dei vari mutamenti sociali e culturali che si sono alternati, dei nuovi modelli che privilegiano l’apparire piuttosto che l’essere, la seduzione piuttosto che il desiderio. Un argomento che sempre più frequentemente sta ricevendo l’attenzione dell’opinione pubblica e dei mass-media è quello dell’erotismo sessuale spopolato online, che ha a che fare con la propria identità di genere e che è caratterizzato da comportamenti eccitanti sessualmente che lo schermo del computer, con le sue caratteristiche dell’impersonalità, sembra intensificare.  La ricerca dell’anima gemella, dell’altra metà della mela è arrivata sul Web già da diverso tempo. E quando un cuore solitario vuole compagnia, oggi può trovarla con una manciata di click. E’ l’espediente ideale per un timido, un infedele o anche un pigro.
Possono essere svariate le tipologie di utenti che si siedono dinanzi al pc, ma sono comuni le intenzioni: intrecciare relazioni. L’esibizionismo ed il voyerismo sembrano spiccare maggiormente nella nostra epoca post-moderna intensificandosi sulla chat, attraverso i cosiddetti “selfie” (fotografia fatta a se stessi con un telefono e poi condivisa sui social) che immortalano ciò che si sta facendo in quel preciso istante con le proprie emozioni, con il desiderio del farsi vedere, dell’esserci in quanto tali.  Le location più in voga sono, ad esempio, il bagno e la camera da letto (situazioni di intimità), le discoteche ed i monumenti (situazioni di divertimento e possibilità di viaggiare in libertà). La mania dell’autoscatto richiama l’essere in primo piano, il bisogno di non essere dimenticati o comunque essere al passo con la vita degli altri, per sentirsi meno inadeguati. Uno dei selfie che si sta stratificando è il così chiamato “aftersex” (foto scattate in momento che seguono al rapporto sessuale). Tale fenomeno accomuna generalmente tutti, ma attenzione a non trasformarla in “selfite”, ossia il desiderio ossessivo-compulsivo di realizzare autoscatti per poi condividerli per compensare la mancanza di autostima e coprire lacune della propria intimità. La perversione in questo articolo è trattata in un’accezione soft, come sinonimo di ribaltamento e rivoluzione: la perversione della visibilità, dell’esserci, del rivedersi, del sentire i commenti altrui che rinforzino il loro autoscatto ed il loro momento. La perversione è un’organizzazione psicologica complessa e per come la stiamo descrivendo, si manifesta in una performance virtuale che mette a riparo dalle paure di fare delle brutte figure e di confrontarsi con le proprie fragilità e con i giudizi morali che albergano in noi e non ci rendono liberi. Così dietro un nickname si nasconde un mondo e l’immagine che forniamo di noi stessi sarà stata utile allo scopo in base a quanto saremo stati bravi a ‘confezionarla’. Già, perché una delle caratteristiche fondamentali dell’online dating, è che si è quello che si sceglie di essere: i più onesti e sicuri delle proprie qualità offrono un autoritratto realistico e adottano un linguaggio in linea con la propria personalità ma c’è anche chi costruisce ‘un personaggio’, un ‘abito virtuale’ che, spesso, ricorda solo vagamente colui che lo indossa: somiglia di più a chi vorrebbe essere o rappresenta qualcuno che crede più appetibile per i suoi potenziali interlocutori. A volte si sta così a proprio agio davanti allo schermo o al display del cellulare, che la chat o il sito web non sono più mezzi di comunicazione destinati soltanto ad un primo contatto tra coppie, ma diventano espressione di una realtà parallela che si fa fatica ad abbandonare. Basta il bip di una notifica per riconnettersi con il partner e riprendere un interminabile discorso a colpi di faccine, che le normali attività del quotidiano sembrano interrompere.
La qualità di chi si esibisce è quella di accendere la tentazione e di creare un bisogno. Lo schermo impersonale del pc, ci permette di nascondere le nostre debolezze ed i nostri difetti, scegliendo l’immagine migliore di noi, le foto che danno quell’immagine che noi vorremmo che passasse, un’ossessione dell’uomo moderno, l’esibizionismo ad ogni costo. La perversione della visibilità, con la fisicità, con la corporeità delle immagini, con la centralità che il piccolo schermo dà al corpo, al volto, ai gesti, alle espressioni permette di sapere di quel personaggio molto di più che se si fosse letto tutti i suoi libri. La velocità del contatto virtuale disintegra il desiderio del corteggiare, difende dalla possibilità di fallire, poiché si sopporta emotivamente di più ricevere un “no visivo” da un “no virtuale”.
Il confronto vis a vi tra due persone genera più paura del giudizio, mentre lo schermo azzera la vergogna, dando spazio anche a fantasie sessuali che ancora rimangono tabù per molti.
La rete del terzo millennio cambia pelle continuamente, offrendo sempre attraenti possibilità per i milioni di persone che ogni giorno si affacciano alla finestra (di dialogo) del loro browser, all’insegna del motto “virtuale è bello”. Succede così che ci si scambia informazioni, notizie, ricette, si condivide, si posta e si linka…ma quando il mouse diventa arco e scaglia frecce d’amore colpendo ora questo, ora quel profilo sui siti d’incontri, siamo sicuri di beccare il bersaglio giusto, pervasi come siamo dal furore di Cupido?
I nostri bisnonni non avevano in tasca lo smartphone, ma un oggetto capace ancor di più di evocare la persona amata: un fazzoletto impregnato del suo profumo che manteneva sempre viva la connessione e alimentava ancor di più il desiderio di rivedersi, ricongiungersi con la propria compagna…bei tempi.
E voi da che parte state? Siete tradizionalisti o moderni? E’ primavera e Cupido è in agguato, chissà che non scelga proprio voi!
Roberto Di Nicola 
Virginia Maloni



Nuova Uscita di un libro, frutto di un lungo lavoro in cui vengono trattati diversi aspetti della personalità psicopatologica del reo. Fiera di aver collaborato con altri autori alla stesura.

lunedì 7 aprile 2014

Articolo "Metereopatia"

Molto spesso, nel parlare comune, usiamo lamentarci del tempo, ma c’è chi soffre davvero in maniera disagevole dei cambiamenti del clima sia a livello fisico sia psicologico. Si chiama meteoropatia ed indica una serie di disturbi psichici e fisici di tipo neurovegetativo che hanno luogo in determinate condizioni climatiche stagionali. Ma chi è il meteoropatico? Una persona affetta da una serie di sintomi e reazioni patologiche che si manifestano quando c'è una variazione graduale, oppure improvvisa di uno o più fattori meteorologici su un dato territorio. I cambiamenti stagionali cui siamo esposti in questo periodo, dalla riduzione delle ore di luce al calo delle temperature, condizionano la produzione di alcuni ormoni come la serotonina, la melatonina, le endorfine (che agiscono sul riposo)  ed ormoni come l’adrenalina e la noradrenalina, indispensabili per contrastare lo stress. Questi mutamenti climatici mettono a dura prova il nostro organismo che si deve ri-adattare spesso in maniera eterogenea e dispendiosa in termini di energia psicofisica. Ognuno di noi per ritrovare il suo regolare funzionamento affronta qualche inconveniente ma per alcune persone le alterazioni climatiche possono essere causa di un vero e proprio malessere: le persone così definite “metereopatiche” sono in continuo aumento a causa degli sbalzi climatici e in Italia si stima che una persona su quattro accusi tali problemi. I sintomi maggiormente rivelati sono: ansia, irrequietezza, sbalzi d’umore, problematicità cognitive, disturbi del sonno, apatia, stanchezza o debolezza fisica, voglia di rimanere chiusi in casa, dolori muscolari, difficoltà nel respirare, un senso di peso allo stomaco, mal di testa, alterazioni dell’appetito e della libido. Questi disturbi possono diventare anche molto fastidiosi e parzialmente invalidanti, fino a costituire una vera e propria patologia. I più a rischio sono coloro che hanno subito traumi a carico dell'apparato muscolo-scheletrico oppure chi ha una predisposizione alla depressione e all’ansia. Particolarmente meteoropatici possono essere inoltre i soggetti che soffrono di dipendenze patologiche (alcool, sostanze stupefacenti, farmaci) e in condizioni di di-stress o sovraccarico cognitivo già in atto. Generalmente tutto inizia in concomitanza con un cambio di stagione e frequentemente colpisce le donne. Di norma, all'incirca 48-24 ore prima dell'arrivo di una perturbazione, la persona particolarmente sensibile può avvertire vari sintomi il cui insieme costituisce proprio la sindrome meteoropatica. Questi fastidi durano due giorni al massimo e il fenomeno è tanto più importante quanti più fattori atmosferici sono coinvolti nello stesso momento. A seconda delle conseguenze è possibile distinguere varie forme: 1. meteoropatia primaria (sintomi psicosomatici); 2. meteoropatia secondaria (peggioramento di condizioni fisiche già presenti); 3. seasonal affective disorder (depressione invernale, peculiare dei paesi del nord). Da uno studio a livello internazionale è risultato che vivere in ambienti molto luminosi aiuta a vincere quella parte della depressione che influenza la meteoropatia e viceversa. Soprattutto a fine inverno, in un ambiente molto luminoso si soffre meno della cosiddetta depressione primaverile, la SAD, Seasonal Affettive Depressione cioè del passaggio da una stagione all'altra. Secondo il Professor Brugnoli, medico esperto in bio-meteorologia, tra i possibili rimedi vi sarebbe l’esposizione quotidiana alla luce solare per almeno mezz’ora insieme con un regolare esercizio aerobico che aiutano a ritrovare il buon umore. Non bisogna poi trascurare il ruolo dell’alimentazione e di un regolare ciclo sonno-veglia. Evitare comunque la cura fai da te e nel caso in cui avvertite la vostra spossatezza come preoccupante non esitate a parlarne con uno specialista, a volte i sintomi possono essere, infatti, legati ad una problematica psicologica già in atto che contribuisce alla sindrome metereopatica.

Bibliografia di riferimento

Studio del Prof. Angelico Brugnoli del Centro di ricerche in Bioclimatologia medica, biotecnologie e medicine naturali dell'Università degli Studi di Milano (ed.2007)

U. Solimene, A. Brugnoli. Meteorologia e Climatologia Medica, Tempo,
Clima e Salute, Media Med Edizioni, 2000

U. Solimene. E. Minelli. A. Brugnoli. Meteoropatie. RED. 2002.

Virginia Maloni, Psicoterapeuta

Pubblicato sul Giornale Val Vibrata Life Edizione Marzo 2014
Sant'Egidio alla Vibrata. Si è svolta sabato 5 aprile all'Hotel Concorde di Sant'Egidio alla Vibrata, (ore 10-17) la quinta edizione delle Giornata di Psicologia Vibratiane.
Al centro dell'iniziativa il tema: "Le Radici del Femminicidio". L'ingresso era gratuito ed aperto a tutta la cittadinanza. In occasione è stato presentato il libro della Dott.ssa Virginia Maloni, sulla "Patologia della Coppia. Relazioni e Dintorni", uscito da pochi mesi in cui viene discusso il rapporto patologico che si instaura nella coppia alla luce della violenza di genere.