venerdì 25 gennaio 2013

Tradizioni Popolari, Identità e Senso d'Appartenenza



Il contesto storico-sociale in cui viviamo influisce sulla nostra identità sociale e culturale. L’identità’ si acquisisce con la socializzazione, attraverso la famiglia e la cultura con cui ci si trova. Per formare l’identità, il soggetto deve aggregarsi, sviluppando in lui il senso di appartenenza. Tra cultura e identità c’e’ un legame profondo: l’analisi e lo studio delle culture consentono la ricostruzione dei sistemi di senso, e quindi il complesso dei valori e delle credenze di una società. Per sentirsi parte di quella società si promuovono feste, fiere, mercati, sagre che valorizzano la natura e il territorio. La festa è una finestra attraverso cui si ripete la tradizione ed è l'arco temporale di una comunità, avendo assaggi del passato che si riepiloga sul presente. La festa costituirebbe, per eccellenza, l'esperienza fondamentale e costitutiva del gruppo. Attraverso le tradizioni popolari si possono riscoprire le proprie radici: l’individuo nella società moderna è spersonalizzato e riappropriarsi delle proprie radici significherebbe recuperare il proprio senso di appartenenza. Il territorio non è una semplice realtà geografica, ma comprende lo spazio vissuto, i luoghi della fanciullezza, le strade della borgata, il vicinato: un complesso di rapporti sociali, di abitudini, di riti, di credenze, che determinano uno stretto rapporto economico, sociale, affettivo con esso. Gli individui, per superare la solitudine e l’isolamento e compensare gli aspetti impersonali e insicuri della vita moderna, vogliono trovare, anche inconsciamente, un’identificazione reciproca con gli altri, basata sui legami, sulla condivisione di interessi, bisogni, valori e storie di vita, ricercando un senso di appartenenza alla collettività. Queste manifestazioni mirano alla formazione dell’Io Sociale che si costituisce in rapporto con gli altri nelle circostanze che una determinata comunità dà come finalità.
 Virginia Maloni

Articolo pubblicato nella rivista VAL VIBRATA LIFE del mese di Gennaio 2013







 

mercoledì 23 gennaio 2013

La Comunicazione tra le generazioni: l'importanza del saper ascoltare

Negli ultimi vent’ anni la diffusione delle reti telematiche ha rappresentato una rivoluzione tecnologica capace di modificare il modo di apprendere e di comunicare tra le generazioni e il modo stesso di considerare la relazione interpersonale e di sperimentare i sentimenti. La comunicazione garantisce la trasmissione delle informazioni tra le generazioni ed è fondamentale per costruire la nostra identità attraverso uno scambio affettivo reale e sano e attraverso l’ascolto che ci permette di sviluppare quella capacità di entrare in contatto con l’altro, esperienza che contribuisce a costruire le basi della relazione sociale e che può essere coltivata nelle quotidiane occasioni di vita familiare.

Oggi diventa molto difficile fermarsi ad ascoltare soprattutto l’anziano, in quanto il giovane non vede l’utilità pratica del racconto rispetto alla sua applicabilità nel mondo presente. Oggi i giovani, generazione più sensibile ai cambiamenti sociali, non hanno tempo per la narrazione e per ascoltare: in loro c’è un uso intensivo della tecno mediazione della relazione interpersonale. E’ importante oggi ri-valorizzare spazi e tempi per il racconto. Una frattura intergenerazionale impedisce il passaggio di informazioni.
Il bello dell’ascoltare storie consiste nell’ aprire le menti: le storie muovono l’immaginazione, aspetto fondamentale per la nostra crescita e per mantenere attiva la mente degli anziani, che amano sentirsi utili soprattutto nel narrare e insegnare. Per dare respiro alla narrazione occorre un clima propizio e il desiderio di entrare in reciproco contatto, a partire dalla tavola imbandita, verso il resto del mondo. E’ importante anche per il genitore, quindi coinvolgersi con i propri figli anche attraverso moderni mezzi tecnologici, poiché lo spazio virtuale per i ragazzi è un nuovo catalizzatore affettivo e relazionale, ricco di possibilità di ampliare le proprie conoscenze, ma deve andare di pari passo con la realtà distinta, fatta di relazioni umane e dialogo.

Virginia Maloni

Articolo pubblicato nella rivista VAL VIBRATA LIFE del mese di dicembre 2012

lunedì 21 gennaio 2013

L'importanza delle relazioni e del gruppo come strumento di crescita

Considerando l’attuale tessuto socio-culturale in cui siamo immersi, possiamo osservare di vivere in un’epoca dell’agìto, un agìto che non lascia spazio ad emozioni e parole. Ci troviamo di fronte a relazioni liquide senza un’esperienza dell’esserci autentico. Si parla di ‘crollo’ della coppia e di conseguenza della famiglia mettendo in luce la maggiore fragilità della vita a due, sempre più soggetta a crisi e rotture . La vita di coppia si trova a vivere un conflitto, un dilemma, una dissonanza tra il soddisfacimento di bisogni personali(aspetto positivo) dello stare insieme e la sensazione di una diminuzione, di un blocco della propria individualità(aspetto critico). Come stabiliamo oggi le nostre relazioni? Mi hanno colpito alcune parole espresse dalla sociologa Mirella Giovene che a mio avviso raggruppano il momento corrente che stiamo vivendo e dal quale vorrei partire per poter considerare l’attuale contesto in cui la coppia oggi si trova: “oggi più che mai rispetto al passato viviamo in molteplici contesti sociali ed in tanti ambiti lavorativi con una sensazione profonda di smarrimento e di incertezza che non riguarda soltanto i personali percorsi esistenziali, ma anche quei riferimenti istituzionali che da sempre hanno prodotto garanzie solide in ciascun soggetto pur nell’osservanza vincolante di norme e regole” . La terapia di gruppo permette di condividere con altri il proprio disagio e le sue possibili risoluzioni, favorisce l’ascolto degli altri che si traduce in una maggiore possibilità di ascoltare se stessi. Nella maggior parte dei casi è funzionale alla cura associare terapia di gruppo e terapia individuale. Sono strategie differenti, ma che condividono lo stesso obiettivo: la consapevolezza della propria esistenza, nella sua dimensione individuale e sociale. All’interno del gruppo, il soggetto sviluppa una maggiore creatività riguardo alla risoluzione, trasformazione, compensazione dei propri sintomi.


Virginia Maloni