ARTICOLO IBOO MAGAZINE FEBBRAIO 2015
VIRGINIA MALONI
Gli inglesi lo chiamano
“terrible headache”, quel dolore lancinante alla testa che ci blocca ogni
attività, che frena la nostra concentrazione, che è capace di farci innervosire
e farci stare dentro il letto all’oscuro senza voler vedere nessuno. Quel mal
di testa che ci toglie la forza di parlare, e che nonostante l’antidolorifico
continua a sussistere! Perché? Le cause scatenanti possono essere veramente diverse (tensione fisica, affaticamento,
essere affamati, irregolarità del ciclo sonno-veglia, fastidi oculari, stress
accumulato etc…), alcune organiche/biologiche, altre no. Il mal di testa è una
vera e propria patologia, che riguarda milioni di persone in tutto il mondo,
soprattutto di sesso femminile e che risulta essere cosi invalidante da
condizionare la propria quotidianità, il proprio ambito lavorativo e le
relazioni sociali. Dobbiamo però fare una differenziazione tra cefalee primarie, scatenate da processi in parte sconosciuti e quindi
che ci rimandano a motivazioni di tipo psicosomatico e psicologico, e
secondarie, che invece sono
provocate da cause ben identificabili (lesioni, traumi, infezioni). I fattori
psicologici e il nostro modo di gestire lo stress risultano importanti per
capire le origini del mal di testa, anche perché tali fattori appartengono ad
un soggetto con determinati tratti e caratteristiche di personalità. Alcuni
soggetti, infatti, gestiscono lo stress e la propria quotidianità in maniera
disfunzionale: solitamente abbiamo a che fare con soggetti ambiziosi, perfezionisti
e
competitivi, che tendono a caricarsi di mille impegni, non
ascoltando regolarmente i bisogni di riposo e ripresa psicofisica di ognuno di
noi. Tali soggetti, tendenzialmente, sono sensibili al giudizio altrui, vivono
le critiche in maniera non costruttiva ma come fonte di fallimento e reprimono
le proprie emozioni, in particolare il sentimento della rabbia. Oltre a queste
caratteristiche, un’altra spiegazione alla base del mal di testa, riguarda la
persona colpita da ansia cronica, soprattutto nelle emicranie dovute alla
contrazione dei muscoli della nuca, del cranio e delle spalle. Certamente avere
determinati tratti di personalità costituisce soltanto una predisposizione alla
sofferenza da mal di testa, che tenderà a manifestarsi quindi in contemporaneità
ad alcune cause stressanti di vario genere natura (preoccupazioni lavorative, disagi
affettivi, difficoltà durante il sonno…). Ma perché
se siamo stressati, soffriamo di mal di testa? Qual è il meccanismo che si innesca?
Quando il corpo si protegge da emozioni
inaccettabili, esplicita il proprio malessere su alcune
parti del corpo, chiamati organi bersaglio. L'ansia, l’afflizione,
le emozioni negative trovano una via tempestiva di scarico nel corpo, canalizzandosi
in uno o più sintomi. È il meccanismo di azione dei disturbi psicosomatici.Vista
nell'ottica psicosomatica, la cefalea può indicare il bisogno di allentare
l'eccessivo controllo razionale, e quindi il desiderio di lasciare più spazio
all'intuizione. Di solito, infatti, chi soffre di mal di testa sente il bisogno
di mantenere tutto sotto controllo, rigidamente concentrate su aspetti
razionali che le portano a non lasciarsi andare quasi mai ed accumulare
tensione. Il mal di testa, in sintesi, può essere un importante campanello d’allarme che il corpo ci invia, invitandoci a riflettere
sul nostro stile o momento di vita per cercare di modificarlo:
potrebbe essere utile imparare ad essere meno esigenti verso gli altri e
soprattutto verso se stessi, ponendosi obiettivi più realistici. Ovviamente,
bisogna prima di tutto escludere qualsiasi possibile causa organica,
sottoponendosi agli opportuni esami clinici; ma, in assenza di altre patologie,
risulta necessario riflettere sulle possibili “cause” riconoscibili nella
propria vita. Molte persone hanno trovato
sollievo al loro male dopo aver riconosciuto nella cefalea un ordine tassativo
di trasformare il loro modo di vivere. Questo significa che a volte dobbiamo
limitare lo spreco di energie fisiche e mentali. Come? Ecco alcuni esempi:
1. E’ importante essere esigenti e
ambiziosi ma non troppo severi con se stessi, quindi riconoscere i propri
limiti e concentrarsi sulle cose davvero importanti e realisticamente
raggiungibili;
2. Siamo persone umane, per cui ci
saranno giorni in cui saremo stanche e nervose. In quei giorni, non siamo pieni
di energia come al solito e quindi non possiamo sforzarci di fare quello che
facciamo normalmente nella nostra quotidianità.
3. E’ importante porsi degli obiettivi
e raggiungerli uno per volta, canalizzando bene le nostre energie. E’
importantissimo essere appagati di ciò che si può realmente avere e di ciò che
si può realmente fare con ciò che si ha.
Comunque, l’anamnesi o il racconto
preciso da parte della persona che soffre di emicrania, può già portare
all'eziologia del disturbo ed alla diagnosi più giusta, che implica il
trattamento più adeguato. A livello psicologico è importante fare la cosa che c’è
gradita, nel limite del possibile. Se ascoltiamo di più le nostre esigenze e le
nostre emozioni il corpo, ne sentirà i benefici.

Nessun commento:
Posta un commento