mercoledì 7 agosto 2013

Come prevenire la Depressione Post-Partum

Come prevenire la Depressione
Post-Partum

La Depressione post-partum è un disagio moderno, espressione di una società che cambia anche rispetto al ruolo femminile e alle continue aspettative che si costruiscono sulla figura della donna “wonder woman”. Spesso la gravidanza, insieme alle festosità della maternità, porta con sé emozioni poco felici che dipendono dal tempestivo cambiamento cui è sottoposto il fisico e la psiche della donna in questo delicato momento della sua vita. In alcuni casi, però, questo stato psichico di disorientamento e mestizia persiste per un periodo di tempo più lungo e si manifesta con una maggiore intensità: in questo caso si parla di depressione post-partum. Questo disturbo dell'umore colpisce il 10-20% delle mamme: crisi di pianto continue, senso di disperazione e scombussolamento, irritabilità generale, perdita e/o aumento dell'appetito e del sonno sono alcuni aspetti attraverso cui si manifesta questo disagio. Il primo elemento da valutare è se la persona ha già sofferto di depressione, l'ambivalenza rispetto alla gravidanza, la giovane età della futura mamma, un breve intervallo tra una gravidanza e l'altra, eventi stressanti, come la perdita del lavoro o di una persona cara e poi frequenti problemi di salute del bambino o un rapporto conflittuale con il partner o con il bambino stesso. Tra i segnali vi è la voglia di uscire meno ed interagire con gli altri e il bisogno di stare da sole poiché ci si sente inadeguate, investite dai sensi di colpa per l’incapacità di gestire la vita come prima. Cosa si può fare? Quando abbiamo emozioni negative, non dobbiamo averne paura come fossero il nemico, ma accettarle ed accoglierle in un dialogo interiore ed imparare ad esprimere rabbia, ansia e pensieri negativi senza sentirci giudicate ed imparare a chiedere aiuto perché questo non è un sinonimo di poca capacità. L’importante è prevenire ai primi segni di sintomi negativi, affidandosi al proprio medico di base che consiglierà l’eventuale ricorso a dei colloqui di sostegno con psicologi competenti. Il più delle volte i primi colloqui coadiuvati da una terapia di gruppo danno sollievo, allontanando la persona dai tabù sociali e dalla vergogna, riacquistando la piena percezione della propria vita che va riadattata ai cambiamenti che nella vita sono inevitabili.
VIRGINIA MALONI, 
Edizione Luglio-Agosto 2013 Giornale Val Vibrata Life

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