giovedì 7 febbraio 2013

Stalking, Consulenza Tecnica e Sostegno

Il termine Stalking, dalla parola inglese “to stalk”, indica un insieme di comportamenti persecutori tramite i quali un individuo affligge un’altra persona con ingerenze insistenti nella vita quotidiana. Ciò avviene in maniera indiretta, es. pedinando la persona, informandosi sulle sue attività, cercando di contattarla continuativamente tramite sms, chiamate telefoniche, mms, email, social network, o in maniera diretta tramite appostamenti, entrando dentro casa in maniera forzosa, fino a scaturire in atti violenti: insulti, minacce, aggressioni, omicidio.
Tutte queste azioni sono subite dalla vittima di stalking in maniera continuativa, a tal punto da provocarle un sentimento di ansia e di angoscia, con conseguenze che portano anche a modificare le proprie abitudini di vita per evitare di trovarsi in tali situazioni. Di conseguenza ci si estranea dalle relazioni sociali che si tengono normalmente, cadendo in uno stato di apprensione e di solitudine.

La violenza psicologica porta ad un deterioramento dello stile di vita delle vittime che a volte desistono dal denunciare i comportamenti molesti nell’angoscia che una reazione alle minacce potrebbe comportare reazioni violente dello stalker, fino alle conseguenze più estreme.
Molte persone, per timore di ricevere nuove molestie, evitano di uscire di casa, non riescono a mantenere il proprio lavoro, non sono in grado di instaurare nuove relazioni di amicizia e quindi non riescono a salvaguardare la propria quotidianità.
Molte vittime, in seguito a tali esperienze, soffrono di ansia, depressione o disturbo post-traumatico da stress, nella peggiore delle situazioni la vittima può subire vere e proprie forme di violenza da parte dello stalker. Statisticamente accade laddove lo stalker è un ex-partner.

LA LEGGE SULLO STALKING
Lo stalking consiste in “atti persecutori “ nei confronti di una vittima determinata ed è punito come reato dall’articolo 620 bis del Codice penale, introdotto con il Decreto legge del 23 febbraio 2009.
Se sei vittima di stalking sei tutelata dalla legge, l’articolo 8 della legge 38 del 2009 prevede l’ammonimento al tuo persecutore da parte della questura della tua città.
In base a questa norma, puoi rivolgerti alle autorità di pubblica sicurezza, chiedendo al questore un ammonimento nei confronti dello Stalker (autore della persecuzione). Se il questore dopo aver raccolto le informazioni dai testimoni ne ravvisa la necessità ammonisce verbalmente lo stalker. Se la persecuzione continua, presentata la querela, lo stalker colpevole di atti persecutori contro la stessa vittima vedrà aumentata la pena.
Lo Sportello Antiviolenza del Centro Clinico di Psicologia Forense e Psicoterapia (Sant'Egidio alla Vibrata in via Roma, 81; Roma, via Zara, 13) accoglie le vostre problematiche in merito offrendo supporto legale e psicologico. 


Virginia Maloni

venerdì 1 febbraio 2013

Fotografia come Stimolatore Emozionale



La fotografia da sempre ha immortalato dei momenti speciali, oggi con la rivoluzione del telefono, che è in grado di fare fotografie ad alta risoluzione, siamo in grado di compensare momenti di noia o di vuoto, attraverso momenti fotografati che ci restituiscono l’enfasi dell’istante vissuto. Sono molteplici le mostre fatte da autori che rilevano il legame tra fotografia e sensazioni sessuali-emotive. La nostra è un’epoca dell’immagine, dell’estetica, dell’esteriorizzazione della propria vita privata: il senso visivo concede alle persone la possibilità di comunicare velocemente in una lingua che tutti capiscono. Nel suo libro Sulla fotografia (1977) Susan Sontag ha sostenuto che "la fotografia è 'principalmente un rito sociale, una difesa contro l'ansia, uno strumento di potere".

La fotografia cattura il luogo oscuro e misterioso tra il conscio e l'inconscio. Di solito, si fotografano dei momenti intrisi di emozioni e sensazioni piacevoli, dove le passioni, le paure, l’autenticità e tanti altre sfaccettature camuffate trovano dimora.
La fotografia è sempre stata una delle più importanti forme d'arte. Tuttavia fotografare, è pure il modo migliore per esprimere sentimenti cristallizzati in situazioni speciali che non si vogliono dimenticare. Quante volte, riporto alla mente ricordi ed epoche importanti della mia vita e ho bisogno di vedere le immagini che ricordo in testa attraverso album storici. Le foto sono uniche e irripetibili: la fotografia narra della vita che ci circonda, infatti, molto spesso la tecnica di disporre le foto di diverse età della vita una accanto all’altra viene utilizzata in psicoterapia. Io personalmente la uso moltissimo, e vedo che è in grado di rievocare emozioni e di abbassare le difese, togliendo le maschere ed esprimendo quello che si è e che si ha paura di non essere più o viceversa.

Nel 1993 Judy Welser e Linda Berman hanno individuato nella Fototerapia un mezzo per facilitare l’analisi del proprio mondo emozionale e del rapporto col sistema familiare di appartenenza. Il metodo consiste nella ricerca del potenziale evocativo e simbolico suscitato dalle fotografie portate dalla persona, quasi rappresentassero una specie di diario che, nel suo dispiegarsi e commentarsi, porta alla luce momenti cruciali della propria esistenza. La fotografia manifesta un mondo: il bisogno di conservare la nostra memoria, riportando in vita aspetti talora nascosti. Nella singola foto possono veramente viversi molte storie. La foto commuove, per un attimo ci porta nel passato, ci fa vedere come gli altri ci vedono, e ci fa pensare a come eravamo noi, a come ci sentivamo, riconoscendo noi stessi e le nostre radici. 
Virginia Maloni